Dal giugno 2015, un Comitato di volontari in seno all'Associazione Nazionale Fanti d'Arresto e per convenzione con la Provincia di Gorizia,
conduttore del bene in locazione dall'Agenzia del Demanio, si occupa del
restauro, della conservazione e della custodia di due costruzioni della
fortificazione permanente del confine nord-orientale, fino al 1993
presidiate da Reparti della Fanteria d'Arresto.
I bunker, correttamente detti "postazioni", fanno parte dell'opera di
Monte San Michele, sita nella frazione di Cotici del comune di Savogna
d'Isonzo (GO), un raggruppamento che ne conta sei in totale, a cui si
aggiungono altre costruzioni accessorie. Sono due manufatti in cemento
armato, realizzati alla fine degli anni '60 con la tecnica del "cut and
cover" e poi interrati: la postazione per mitragliatrice M4 e il Posto
Comando Osservazione PCO.
La M4 è una "postazione per mitragliatrice in cupola a 4 feritoie": una
spessa volta in acciaio che ospitava due mitragliatrici (Breda
Mod. 37 in origine, successivamente MG42/59). Questa sovrasta il
ricovero sotterraneo per il pacchetto mitraglieri e altri locali
accessori.
Il PCO è un "Posto Comando Osservatorio": questo costituisce, in ogni
opera, il luogo dove giungevano tutte le comunicazioni da e per essa,
concorrendo a delineare la sua operatività. Dal PCO si coordinavano il
fuoco delle varie postazioni e le operazioni di difesa vicina, compito
ciascuno assegnato a due distini plotoni. Tale scopo veniva raggiunto
con una combinazione di collegamenti telefonici (interrati nell'ambito
dell'opera, volanti per i collegamenti all'esterno) e tramite apparati
radio.
Il PCO si trova sulla sommità del monte Škofnik, un'anticima del più
noto monte San Michele: dalla sua posizione strategica si domina la
soglia di Gorizia, la valle del Vipacco e l'altopiano di Lokvica. Unico
nel suo genere, è dotato di un posto comando per truppe campali,
che ne raddoppia specularmente i locali, aggiungendo un osservatorio di
artiglieria, sia ottico che dotato di radar di sorveglianza al suolo.
Quest'ultimo, un AN/TPS-33 di contenute dimensioni, era situato in un
pozzo dotato di montacarichi, che ne permetteva l'esposizione per il
solo tempo necessario. Il posto comando, costruito su due piani, ha al
piano inferiore il suo nucleo: i due ricoveri comando, protetti da una
volta semicircolare di spesso cemento armato e dal terreno soprastante.
Al piano superiore, vari locali tecnico-logistici, tra cui uno per il
gruppo elettrogeno, un deposito carburanti, un locale per la
decontaminazione dagli agenti NBC, uno per l'impianto di filtraggio
dell'aria che, assieme a un sistema di porte stagne, rende possibile il
mantenimento di un gradiente di pressione positivo tra i locali interni
e l'esterno.
L'osservatorio della fortificazione, distinto da quello di artiglieria
(cosiddetto "particolare"), è alloggiato in una cupola di foggia simile
a quella della postazione per mitragliatrice, ma di dimensioni
inferiori: il suo "abitacolo" è infatti tale da poter ospitare una
persona, provvista di collegamento telefonico col sottostante ricovero
comando.
Il recupero vero e proprio - realizzato da volontari -
è partito, dopo l'espletamento di tutte le necessarie pratiche
burocratiche, da giugno 2015.
Un traguardo importante non si raggiunge mai per caso.
Tutti i "bunker-archeologi", chi prima chi dopo, hanno desiderato
recuperare almeno una postazione da loro visitata. Poi da cosa nasce
cosa e a volte ci si trova nelle condizioni di provarci: fu così che il
Comitato per la storia della Fanteria d’Arresto, grazie all’intercedere
di alcuni suoi appartenenti con lo Stato Maggiore dell'EI, tramite un
suo rappresentante si recò presso il 12° Repainfra di Udine, per
informarsi direttamente se fosse stato fattibile un percorso di
acquisizione degli ex siti militari.
Nell'inverno 2011/'12, durante una birretta fra amici, vennero rotti gli
indugi e si decise di attivarsi. D’altronde, se di un’iniziativa di
recupero doveva trattarsi, per ovvie ragioni logistiche, ne spettava la
fattibilità a chi abitava in zona "operativa": così, a marzo 2012, tre
rappresentanti si recarono presso la Presidenza della Provincia, con un
progetto di recupero a nome del "Comitato" e una copia in omaggio del
libro "Sentinelle".
Affinché il progetto si materializzasse, si è fortemente voluto un
connubio con l’Associazione Nazionale Fanti d’Arresto (A.N.F.A.), perché
serviva un soggetto giuridico di rilievo per la sottoscrizione degli
accordi con la Provincia: sodalizio quanto mai fruttuoso, in quanto né
l’uno né l’altro - da soli - avrebbero potuto conseguire tale traguardo.
Il tempo dedicato al progetto è stato notevole, non solo negli ultimi
tre mesi di frenetica attività, ma già da tempo addietro, fra riunioni
in Provincia, tenuta di contatti con il Demanio, sopralluoghi sui siti
assieme al personale del 12° Repainfra in torridi pomeriggi di luglio,
elaborazione di documenti per l'inoltro della richiesta di contributo
alla Fondazione CaRiGo, restauro della componentistica elettrica.
Non è stato per nulla facile: anzi, il tutto è stato alquanto
complicato. Perché, nonostante ci fossero gli scettici che ritenevano
che non saremmo mai riusciti nell'intento, vennero rassicurate Provincia
e A.N.F.A. e la "squadra manutentori" si mise al lavoro in modo ancor
più duro per tener fede agli impegni presi. E venerdì 6 novembre 2015,
alle ore 16:30, effettuati gli ultimi collegamenti e le ultime
verifiche, finalmente... LUCE FU!
Grazie a tutti quelli che ci hanno ringraziato per quello che abbiamo
fatto, ma non l’abbiamo fatto per ambizione o per sogni di gloria, ma
per realizzare qualcosa di concreto in cui credevamo fortemente, nello
spirito di conservare e diffondere la storia della Fanteria d’Arresto,
di cui il "Comitato" è promotore.
L'apertura ufficiale è avvenuta il 7 novembre
2015, alla presenza delle Autorità. Il recupero è stato inserito
nel progetto Carso 2014+ e ha avuto il contributo
della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia.
La presenza di persone curiose di vedere cosa nascondeva il bunker del
San Michele è andata oltre ogni aspettativa: in tanti sono passati a
vedere i lavori fatti finora.
Il restauro totale è ancora in corso, ma sono possibili le visite dell'opera.
Grazie ancora a tutti!