il portale della Fanteria d'Arresto

53° btg.f.arr. "Umbria"

Decorato di Ordine Militare d'Italia, Medaglia d'Oro e tre Medaglie d'Argento al Valor Militare. Il battaglione festeggia la battaglia del Don in Russia (18/12/1942) dove merita la Medaglia d'Oro al Valor Militare. Costituito il 16 aprile 1861, si scioglie il 31 marzo 1993 a Pavia di Udine (Ud).
Motto:"Sento in cuor l'antica Patria".

Nota sulle mostrine: il 53° btg.f.arr. Umbria, inquadrato nella Div. Mec. "Folgore", portava la mostrina con i suoi tradizionali colori, sottopannata dal gladio e ala su campo azzurro della Div. Mec. Folgore. Allo stesso tempo, portava anche, come fregio da basco, quello della Div. Mec. Folgore e non quello normale da Fanteria. Dal 1986, con lo scioglimento della Divisione stessa, portò invece le mostrine con i propri colori tradizionali e il fregio da Fanteria.

LE DECORAZIONI AL MERITO:

CROCE DI CAVALIERE DELL'ORDINE MILITARE D'ITALIA (ALL'ARMA DI FANTERIA, 1915-1918)
Medaglia d'Oro al Valor Militare - Campagna di Russia, 1942
Medaglia d'Argento al Valor Militare - Moti insurrezionali in Sicilia, 1866
Medaglia d'Argento al Valor Militare - Campagna di Grecia, 1941
Medaglia d'Argento al Valor Militare - Campagna di Russia, 1942


MOTTO:
Sento in cuor l'antica Patria


ORIGINI:
Il giorno 1 ottobre 1976, a seguito dello scioglimento dei Reggimenti, sulla base dei Quadri e dei Fanti del I/53° rgt. f.arr. "Umbria", viene costituito il 53° btg. f.arr. "Umbria", ereditando dal 53° "Umbria" la Bandiera, le tradizioni, il motto, le mostrine e il nome.

Il 53° rgt. fanteria viene costituito, in Palermo, alle falde del Monte Pellegrino, il 16 aprile 1861.

           
 

VICENDE E FATTI D'ARME:


1861

16 aprile  - Viene costituito, in Palermo, il 53° Reggimento di fanteria.

 

1866 - 1867

settembre - viene impiegato sulla riva destra del Mincio, senza però partecipare ai fatti d'arme di Custoza.

Successivamente, viene impiegato nella repressione dei moti insurrezionali in Sicilia.

21 e 22 settembre - in queste due fatidiche giornate, la sua pronta ed energica azione riesce a sedare la rivolta e a ristabilire l'autorità dello  Stato, guadagnando alla Bandiera la sua prima " Medaglia d'Argento al  Valor  Militare ".

Pochi mesi dopo, durante l'ondata epidemica del colera, che investì pure reparti del reggimento, le unità bianco-verdi non si risparmiarono nel prestare opera di soccorso alle popolazioni del trapanese, dove il 53° era statro terasferito.

Fino al 1867 viene impiegato nella lotta contro il brigantaggio nelle province meridionali.



1871

15 ottobre - assume la denominazione di 53° Rgt. fanteria "Umbria".



1895 - 1896

viene modestamente impiegato nella campagna d'Africa.


1911 - 1913

Nella campagna italo-turca, in Libia, contribuisce alla mobilitazione di diversi Reggimenti.

 

1903

E' di stanza a Vercelli (dopo essersi spostato da Palermo a Siracusa, a Perugia, a Siena, poi ancora a Palermo, a Genova, a Cagliari, a Reggio Emilia, a Lecce, a Napoli, a Verona, a Pistoia, citando solo parte dei trasferimenti).

 

1915

5 giugno - da Vercelli, raggiunge il fronte nella zona di Cortina d'Ampezzo, dislocando posti di osservazione a S. Foca, dove riceve il battesimo del fuoco nella 1^ g.m.
Sostiene poi numerosi scontri, per la verità non molto fortunati.

luglio - gli viene assegnato l'obiettivo del Monte Piana.

3 agosto - inizia l'offensiva, che si protrae sino al mese di ottobre, mettendo in luce il coraggio e la perseveranza dei suoi Fanti, anche se i risultati non sono esaltanti.

L'inverno che sopraggiunse, molto rigido, impose una tregua ai combattimenti.



1916

marzo - nei primi giorni l'offensiva si risveglia.
Durante tutto l'anno viene impiegato in un susseguirsi di attacchi dimostrativi e di puntate offensive in Val Popena e sulle pendici del Monte Piana.


1917

Dopo un altro rigidissimo inverno, viene trasferito lungo le pendici del Monte Canin, dove si prodiga in opere di fortificazione e dove viene sorpreso dalla ritirata della 2^ e della 3^ Armata.

8 novembre - è a Montebelluna.

10 novembre - è sulla riva destra del Piave, nella zona di Nervesa.

1 dicembre - si raduna a Paderno d'Asolo per riordinarsi.

12 dicembre - entra in linea, nella regione Grappa - Tomba - Monfenera.
Si distingue il III°/53° che partecipa alla battaglia in Val Cancino, dove si batte strenuamente per impedire il passo al nemico, meritando una menzione sul bollettino del comando Supremo che recita: " ... merita l'onore di speciale menzione il III/53° che, sul fondo di Val Cancino, sbarrando la via al nemico col glorioso sacrificio, ha affermato ancora una volta l'eroico motto: di qui non si passa; insegna e vanto degli alpini nostri".


1918

Le rapide vicende della lotta sul Grappa non richiedono al 53° un impegno a fondo.

3 novembre - dopo vari spostamenti, è nella zona di Valdobbiadene, dove viene anche raggiunto dall'ordine di cessazione delle ostilità.


1919

Resta nel Cadore sino al 12 settembre, data in cui rientra nella sede di Vercelli.



1920

giugno - gli viene concesso l'Ordine Militare di Savoia.



1932

marzo - gli viene concesso il motto araldico: "Sento in cuor l'antica Patria".



1934

30 settembre - da una Cp. di neo-costituzione (normalmente era la 13.a Cp.) del 53° Rgt.f. "Umbria" ebbe origine, in Ivrea, il 14° Sotto-settore autonomo alpino, che diventerà il X Settore di Copertura della "Guardia alla Frontiera" (la G.a.F.).


1935

concorre alla campagna contro l'Etiopia, in cui il I°/53° viene inquadrato nel 38° Fanteria "Ravenna".



1939

5 aprile - il Reggimento, nel frattempo trasferito a Ivrea, lascia in questa sede i suoi Reparti al 38° Fanteria "Ravenna" e trasferisce la propria Bandiera a Biella dove, inglobando il I° battaglione del 68° Fanteria, già di stanza in questa città e il I° battaglione dell'87° Fanteria, dislocato a Montevarchi, nonché costituendo a Cossato il III° battaglione con richiamati, si ricostituisce.

24 agosto - sostituisce il nominativo "Umbria" con "Sforzesca".



1940

11 giugno - ore 0.00: hanno inizio le ostilità con la Francia e l'Inghilterra. Il 53° fanteria è subito impegnato con direttrice Cesana - Claviere - Briancon, riuscendo a penetrare nel dispositivo della difesa avversaria e destando, per l'ardimento dei suoi Fanti, l'ammirato stupore dell'avversario.
Sacrificano la vita, eroicamente, il sergente Macrì e il caporale Noè, entrambi decorati con Medaglia d'Oro al V.M. alla memoria.

da 21 al 24 giugno - la battaglia prosegue e si intensifica, sino a quando la Divisione "Legnano" dà il cambio alla "Sforzesca".

25 giugno - la Francia capitola e le ostilità cessano.

4 novembre - il 53° rgt. fanteria rientra nella sede di Biella.



1941

25 gennaio - il Reggimento è in Grecia.

da febbraio ad aprile - partecipa ai fatti d'arme di Mali Scindeli e Mali Trebescines, impegnato nell'occupazione della cresta del monte Scindeli, vetta che viene conquistata con indomito valore, tenendo le postazioni nonostante condizioni ambientali di estrema durezza e nonostante i ripetuti e rabbiosi attacchi del nemico.
In questi combattimenti immola la vita il valorosissimo maggiore Campana, comandante del III°/53° al quale viene concessa la Medaglia d'Oro al V.M. alla memoria.
Il reggimento, invece, guadagna alla Bandiera un'ulteriore Medaglia d'Argento al  Valor  Militare.

            "Durante cinque giorni di durissima battaglia sull'aspra catena del Mali Scindeli i fanti del 53°, pari per coraggio e fermezza alle antiche tradizioni del reggimento, opponendo irresistibile barriera di baionette e di cuori, infrangevano l'impeto avversario di una delle più agguerrite divisioni nemiche. In sessanta giorni di successiva tenace resistenza su posizioni dominate e aspramente contese, davano prova di eccezionale spirito di sacrificio e alto senso del dovere sopportando con indomita volontà i rigori del gelo, del vento, della pioggia e della furia nemica senza piegare di un palmo. Nell'offensiva generale si lanciavano all'attacco con indomito ardore e, con un balzo ammirevole, in condizioni atmosferiche particolarmente avverse, scalavano le catene del Mali Scindeli e del Mali Trebescines giungendo tra le prime truppe sull'importante e fortificato nodo strategico di Klisura. Esempio luminoso di indomita volontà, tenace ardore, assoluta dedizione alla Patria." (Fronte greco: Mali Scindeli, Mali Trebescines, 13 febbraio - 23 aprile 1941).


21 luglio - conclusa la campagna di Grecia, il 53° viene rimpatriato e rientra nella sua sede di Biella.



1942

26 maggio - in Novara, il Re Vittorio Emanuele III° fregia la Bandiera del Reggimento con la seconda Medaglia d'Argento al V.M. per l'indomita volontà e il tenace ardore tenuto sul fronte greco.

dal 26 al 30 giugno -  parte per il fronte russo.

10 luglio - è già in linea e fra combattimenti e marce forzate, raggiunge la linea del Don.
Partita fra i primi, la Divisione Sforzesca partecipò con il C.S.I.R. (Corpo di Spedizione Italiano in Russia) alle operazioni per la conquista di Krasnij Lutsch.

13 agosto - dopo un percorso di oltre 300 km, si attesta sulla sua riva destra.

16 agosto - i sovietici effettuano alcune azioni dimostrative.

20 agosto - inizia l'attacco delle forze russe, con tre divisioni, investendo i settori delle nostre Divisioni Pasubio e Ravenna.
Alle 2.30 del mattino le forze nemiche attaccano sul fianco destro il II°/54° che, dopo sei ore di lotta, è costretto a ripiegare, seguito dagli altri battaglioni nel settore.
Nei giorni successivi la difesa si concentrerà sui capisaldi di Jagodnij, meritando la Medaglia d'Argento al Valor Militare.

            "In quattro giorni di durissimi combattimenti sul Don ed in condizioni sfavorevoli di terreno per la vastità del settore assegnato, i Fanti del 53°, superbi per valore e tenacia, si opponevano, al limite di ogni umana resistenza, al dilagare di un nemico molto superiore in numero ed in mezzi. Successivamente costituitosi in caposaldo a Jagodnij, formavano saldissima ed inviolata barriera, per altri dieci giorni ai numerosi e sempre più potenti attacchi avversari, finche il nemico stroncato materialmente e moralmente da tanto valore, non desisteva dalla lotta. Perpetuavano così le gloriose tradizioni del passato e confermavano attraverso nuovi sacrifici di sangue che la vita è ben poca cosa quando la si dona per la Patria e per la maggiore gloria del Reggimento" (Riva destra del Don - Jagodnij - Fronte russo, 17 - 31 agosto 1942).

12 ottobre - è sulle posizioni del fiume Tcir.

16 dicembre - la Divisione Sforzesca è schierata sul Don: il I°/53° e il II°/53° in primo scaglione tra Merkulow e Kulikowka, il III°/53° in riserva a Ossinowskij, il Comando a Bodianskij, con a supporto il I° e il II° battaglione del 17° rgt. artiglieria.
Alla sinistra è schierata la Divisione Celere e alla destra i romeni.

17 dicembre - la Celere viene attaccata da rilevanti forze nemiche e viene costretta a ripiegare e lo schieramento romeno, che già aveva subito notevoli attacchi  sin dal mese di novembre, minaccia di crollare.

18 dicembre - in una situazione particolarmente delicata, con ambedue i fianchi scoperti, un raggruppamento tattico agli ordini del Gen. Vaccaro tenta un contrattacco sulla sinistra dello schieramento divisionale, nel settore della Celere, in direzione di Tichowskij, ma dopo un iniziale successo deve ripiegare.
Nel contempo, sulla destra i romeni, subendo un ulteriore urto, cedono.
Si impone un arretramento a carattere generale, comandato dal XXIX Corpo d'Armata.
All'ordine di abbandonare le posizioni, il reggimento deve occupare, in successione, le linee Puglia (Merkulow - Werch Tschir) e Roma (Tschir - Gratschew).

20 dicembre - la mattina abbandonano la linea dello Tschir, sulla quale deve però ritornare a seguito di un contrordine, schierandosi tra Werche-Tschirskij e Napoloff.
Nella notte tra il 20 e il 21 i russi, provenendo dal settore della Celere, sono a Kamena e la mattina del 21 raggiungono Popowka, sede del Comando divisionale.

21 dicembre - quando, nella tarda serata, il 53° riceve l'ordine di ripiegamento il nemico è già saldamente alla sue spalle.

22 dicembre - nella notte, il Comando, assieme agli elementi ricostituiti, dopo essersi sganciati dal nemico combattendo, si porta a Kijewkoje.
La giornata viene impegnata nel riodinamento dei Reparti, che risultano:
  • 53° rgt. fanteria (maggiore Solimene - il colonnello Contini raggiungerà la divisione ad Annenski il giorno dopo);
  • 54° rgt. fanteria (colonnello Boeris, in assenza del colonnello Viale);
  • Rgt. di formazione "Marzocchi" (colonnello Marzocchi, comandante del 79° rgt. f. "Pasubio", con elementi sparsi di varie divisioni);
  • 17° rgt. artiglieria (colonnello Martini);
  • 6° rgt. bersaglieri(colonnello Carloni).
23 dicembre - alle 4 del mattino inizia il movimento verso la valle Nagolnaja. A mezzogiorno, a Annenski il I°/53° del colonnello Contini si riunisce alla Divisione, dopo essersi aperta la strada combattendo valorosamente per due giorni.
Nella notte, fra Annenski e Nikolajewskij, vengono respinte piccole pattuglie nemiche.

24 dicembre - giunge l'ordine di riprendere la marcia e di occupare, di forza, Krassnojarowka per mantenere aperto il passaggio per la valle Nagolnaja: il compito è affidato al 6° bersaglieri che, dopo un breve combattimento, l'occupa verso le ore 20.
Durante la notte, con la temperatura abbassatasi a - 35 °C, la Sforzesca comincia il trasferimento.

25 dicembre - alle 5 del mattino è a Krassnojarowka.
Nel tardo pomeriggio il Comando del XXIV C.A. viene attaccato da forti nuclei corazzati nemici ed è costretto a ripiegare su Krassnojarowka.
Il nemico sta accerchiando il centro abitato e viene dato ordine, verso le 22, di riprendere il movimento verso sud, in direzione di Nish Patmoss ma subito dopo (ore 24) essendo la via preclusa, viene ordinato il movimento verso sud-est puntando su Nish Petrowskij in valle Weresowaja.

26 dicembre - la marcia ha inizio alle ore 3 del mattino, con la temperatura a - 38 °C.
A mezzogiorno, per un tragico errore - spiegabile per la presenza di forti masse nemiche nei dintorni - due aerei tedeschi bombardano la colonna, provocando gravi perdite.
Dopo un breve combattimento, viene occupato l'abitato di Nish Petrowskij, dove si sosta (anche nella vicina Mariewka).

27 dicembre - ore 10 del mattino: giunge ordine di effettuare un piccolo spostamento verso sud, che viene prontamente effettuato ma, appena giunti (ore 22) giunge urgentissimo l'ordine di proseguire per raggiungere Bolkoj-Pernowyi in valle Bistraja.

28 dicembre - ore 24: col termometro a - 35 °C si inizia il movimento, sotto l'attacco sia dei partigiani sia delle truppe regolari russe. Alle 5.30 del mattino la colonna giunge a 3 km da  Bolkoj: un aereo tedesco si abbassa sulla colonna e lancia un messaggio scritto, avvertendo che a Bolkoj ci sono rilevanti forze russe, suggerendo un itinerario verso Skassirskaja, dove si trovano le forze tedesche.
Persino le guide locali non riescono a trovare la pista: si torna indietro verso Schepilowskij da dove, secondo le affermazioni delle guide, parte la pista per Skassirskaja.
L'abitato è occupato dai russi e carri nemici sono in movimento nella zona: si cambia direzione col solo ausilio della bussola.
Costretti all'abbandono dei pezzi e di automezzi per assoluta mancanza di carburante, la divisione riesce a stroncare due attacchi di carri armati nemici col pronto intervento della poca artiglieria rimasta.
Nella notte, sotto una sferzante bufera di neve, continuano la marcia verso Skassirskaja, dove giungono alle 4 del mattino del giorno dopo.

29 dicembre - durante la notte e al mattino le truppe si raccolgono e si riordinano nelle seguenti località:
  • Comando divisione: Mikajlowskij
  • 53° rgt. fanteria: Nadeshowska
  • 54° rgt. fanteria: Nadeshowska
  • 17° rgt. artiglieria: Mikajlowskij
  • 6° rgt. bersaglieri: Mikajlowskij
  • Truppe rumene: Nadeshowska.
L'accerchiamento è spezzato e a sera giunge l'ordine di spostarsi, il giorno dopo, a Nowo Nikolajew.

30 dicembre - ore 7.15: inizia il movimento per raggiungere la nuova zona fissata. Alle 8.30 un improvviso attacco di carri armati russi si abbatte sulle truppe rumene a Nadeshowska, che si sbandano e si riversano su Mikajlowskij.
Le truppe della Sforzesca, ancorate a Nadeshowska, fanno fronte al nemico ricacciandolo e distruggendo tre carri armati.
Alle 10.30 le truppe della Sforzesca raggiungono Novo Nikolajew.
Alle 11 viene dato l'ordine di proseguire, ma solo dopo le 15, col buio, per la zona di Gorodjanka - Djessa Uloff, dove giunge, indisturbata, verso le 22.

31 dicembre - a Djessa Uloff, il comandante del XXIV C.A. porta una lettera di compiacimento e di ringraziamento per tutto ciò che la Divisione Sforzesca ha compiuto, portando in salvo, in 15 giorni di combattimenti per rompere l'accerchiamento nemico, 4.000 uomini (compresi 800 feriti e congelati), perte dei materiali e dei pezzi d'artiglieria, trainati per lunghi tratti a braccia e circa 700 colpi, in un tragitto di circa 500 km con 22 combattimenti, 31 carri armati nemici sicuramente distrutti e ingentissime perdite inflitte al nemico.

Il valore dei Fanti del 53° balza evidente dalla motivazione della Medaglia d'Oro al Valor Militare, concessa per la 2^ battaglia del Don e per il successivo dramma della ritirata nella steppa russa:

            "Nella grande battaglia invernale fra Don e Donez i Fanti del 53° Reggimento già copertisi di gloria a Jagodnij, si schieravano, quale estrema retroguardia del Corpo d'A., su una linea intermedia e completamente scoperta sul fianco sinistro assolvendo mirabilmente e con notevole contributo di sangue il grave e delicato compito loro affidato. Sopravanzati alle ali da numerosi mezzi corazzati avversari, rompevano di forza la cerchia nemica e dopo due giorni di asprissima battaglia riuscivano a ricongiungersi con il resto della Divisione. Successivamente, durante altri quindici giorni di accaniti combattimenti nella steppa e in pieno inverno, si battevano con indomita energia e superbo coraggio riuscendo a rompere vittoriosamente un nuovo accerchiamento del nemico. Confermavano così le gloriose tradizioni del passato e perpetuavano attraverso il loro valore e il loro sacrificio le mirabili virtù guerriere della Fanteria italiana" (Ob. Tschirsky - Popowka - Annenskij - Krassnojarowka - Fronte russo, 18 - 31 dicembre 1942).



1943

20 aprile - la Bandiera rientra a Biella.

11 luglio - il Reggimento viene schierato a presidio del confine orientale, sul Carso.

8 settembre - arretrato sino a Trieste, a seguito degli avvenimenti dovuti all'armistizio, si sfalda, avendo perso il comandante, catturato dai tedeschi.
Riunito all'ippodromo di Montebello, parte dei Fanti evade portando con sé le armi e gli equipaggiamenti e parte viene deportata in Germania.


 
1963

1 luglio - viene ricostituito come 53° rgt. fanteria d'arresto "Umbria" nella sede di Jalmicco di Palmanova (caserma Lago), alle dipendenze della Divisione Fanteria "Folgore".

 

1976

1 ottobre - sulla base dei quadri e dei fanti del I/53° rgt. f.arr. "Umbria", viene costituito il 53° btg. f.arr. "Umbria", che eredita dal glorioso 53° "Umbria" la Bandiera, le tradizioni, il motto, le mostrine e il nome.
Sede viene definita Pavia d'Udine (caserma Paravano), con un distaccamento a Brazzano (caserma Colobini) e viene inquadrato nella Divisione "Folgore", con sede a Treviso.

10 ottobre - riceve la nuova Bandiera di guerra.

 

1986

1 ottobre - a seguito dello scioglimento delle Divisioni, viene inquadrato nella Brigata "Gorizia".

 

1993

31 marzo - il Battaglione viene sciolto.

 


La Bandiera del 53°, che oltre alle decorazioni sopra menzionate si fregia della Croce di Cavaliere dell'Ordine Militare d'Italia, è custodita a Roma, presso il Vittoriano nel "Sacrario delle Bandiere", assieme a tutti gli altri vessilli delle varie Unità soppresse dell’Esercito Italiano.

            CROCE DI CAVALIERE DELL'ORDINE MILITARE D'ITALIA (ALL'ARMA DI FANTERIA)

            "Nei duri cimenti della guerra, nella tormentata trincea o nell'aspra battaglia, conobbe ogni limite di sacrificio e di ardimento: audace e tenace, domò infaticabilmente i luoghi e le fortune, consacrando con sangue fecondo la romana virtù dei figli d'Italia" (1915-1918).

 

FESTA DEL CORPO:
18 dicembre - anniversario dei combattimenti del Don, in Russia (1942)

CAMPAGNE DI GUERRA:
1866 (terza indipendenza)
1915-18 (prima mondiale)
1940-43 (seconda mondiale)

CADUTI SUL CAMPO DI BATTAGLIA:
Ufficiali
Sottufficiali e Militari di Truppa

DECORATI AL VALOR MILITARE:
Medaglie d'Oro  5
Medaglie d'Argento
Medaglie di Bronzo

Inno del 53° Fanteria

Testo:



Avanza il Reggimento
dei fanti in verde bianco
con il fucile al fianco
e pronti al gran cimento.
Il cuore no non trema
ma batte forte forte
vi fosse pur la morte
avanti senza tema.

La massa splende
di baionette
al cielo alzate
nel pugno strette
un inno sale
dai petti erompe
viva l'Italia
evviva il tricolor.


Al fuoco il reggimento
che importa se si cade
in alto su le spade
chi muore sia contento.
La morte e poi la gloria
il fante in verde bianco
fin' a che viene manco
sol mira alla vittoria.

La massa splende
di baionette
al cielo alzate
nel pugno strette
un inno sale
dai petti erompe
viva l'Italia
evviva il tricolor.


Gloriosi fanti
del cinquantatre
un grido s'alzi
con tanta fe'.



Medaglia d'Oro al Valor Militare

CAMPANA CESARE
Maggiore in s.p.e., 53° rgt. fanteria

alla memoria - Data del conferimento: 1941

Motivo del conferimento

Comandante di battaglione, in quattro giorni di durissima lotta su montagne selvagge e battute dalla tormenta, conduceva per ben cinque volte il suo battaglione all’attacco contro forze nemiche soverchianti, stroncando l’impeto offensivo delle migliori truppe d’assalto nemiche.
Stremato di forze e ridotto il battaglione ad un pugno di uomini, assalito di fronte e di fianco, per incuorare i suoi, si poneva alla testa del reparto, e contrassaltava ancora una volta con estremo vigore.
Gravemente ferito, rifiutava di essere trasportato al posto di medicazione e continuava ad incitare i suoi uomini che, animati dal suo esempio, si battevano con tenace eroismo.
Colpito una seconda volta, mortalmente, chiudeva la sua eroica esistenza sulla posizione contrastata, mentre il nemico, ammirato di tanto valore, desisteva dall’impresa e ripiegava sulle posizioni di partenza.
Quote 1540 e 1269 del Mali Scindeli - Fronte greco, 14-17 febbraio 1941.


MACRI' MICHELE
Sergente, 53° rgt. fanteria

alla memoria - Data del conferimento: 1940

Motivo del conferimento

Comandante di una squadra fucilieri, si slanciava di iniziativa, alla testa dei suoi fanti, con somma risolutezza ed assoluto sprezzo del pericolo, all’attacco di una munita posizione avversaria. Dopo aver scavalcato con eroica audacia il reticolato nemico, si apprestava con indomito valore a penetrare nel cuore della difesa avversaria, quando veniva violentemente battuto dalle rabbiose raffiche di una mitragliatrice, che arrestava l’impeto travolgente dei suoi uomini. Senza perdersi d’animo, infiammato di patrio ardore, incitava i superstiti della squadra all’assalto, e dandone per primo l’esempio, riduceva al silenzio con fulmineo lancio di bombe a mano, l’arma nemica, raggiungendo la posizione. Nell’atto eroico, cadeva colpito a morte sulla trincea nemica, col grido di « Savoia » sulle labbra. Fulgido esempio di coraggio, di amore di Patria e di alto senso del dovere, esaltato dallo stesso nemico che, ammirato, dava alla salma onorevole sepoltura, con l’onore delle armi.
Bois de la Prairie
Monginevro - Fronte occidentale, 20 giugno 1940.

 

MAZZARESI CARLO
Sottotenente - 53° rgt. fanteria

alla memoria - Data del conferimento: 20-8-1916 D.L.

Motivo del conferimento

Sebbene ammalato, rifiutò di rimanere in riserva. Uscito per il primo all’attacco delle trincee nemiche, quantunque ferito nell’attraversare uno stretto varco aperto nei reticolati, proseguiva nell’assalto, incoraggiando i dipendenti. Giunto ancora per il primo, sulle trincee avversarie, vi lasciava eroicamente la vita al grido di “Savoia”.
Fulgido esempio di spirito di disciplina e di sacrificio.
Monte Rosso, 21 ottobre 1915.

 

MUZII FRANCESCO
Maggiore, 53° rgt. f. - I° btg. indigeni

Data del conferimento: 3-1913 R.D.

Motivo del conferimento

Con slancio ed ardimento ammirabili guidava personalmente all'attacco il suo battaglione che per la prima volta si trovava seriamente impegnato e lo lanciava ripetutamente alla baionetta, trascinando tutti col suo splendido esempio.
Kasr-ras-el-Leben, 17 settembre 1912.



NOE' CARLO
Caporale - 53° rgt. fanteria

alla memoria - Data del conferimento: 1940

Motivo del conferimento

Vice comandante di squadra fucilieri, all’attacco di una munita posizione, si faceva risolutamente largo, a colpi di bombe a mano, fra nuclei nemici, per impedire che questi potessero impadronirsi del fucile mitragliatore di un nostro caduto.
Rimasto con solo quattro uomini, riusciva a penetrare nelle linee avversarie e stabilitosi a tergo di esse, apriva nutrito fuoco contro i difensori.
Caduti tutti i componenti dell’eroica pattuglia, continuava da solo, imperterrito, la lotta, tenendo a bada il nemico per una intera giornata e durante la notte si costruiva un piccolo riparo, sistemandovisi a difesa.
Al mattino successivo, accerchiato dall’avversario che gli intimava la resa, rispondeva con precise raffiche di fuoco. A nuove intimazioni, manteneva per lungo tempo a distanza il nemico, con il suo contegno aggressivo, prendendo di mira, col proprio fucile mitragliatore, gli avversari che cautamente gli si avvicinavano da ogni lato.
Alcune raffiche a brevissima distanza lo abbattevano ed allorquando gli avversari furono su di lui constatarono che egli non aveva più una sola cartuccia.
Il comandante del nucleo francese, ammirato, lo citava ad esempio ai suoi uomini e più tardi ne testimoniava, cavallerescamente, per iscritto, il sublime eroismo.
Bois de Suffin - Fronte occidentale, 20 giugno 1940.

Documentazione fotografica del degrado

Caserma "Luigi Paravano" - Pavia di Udine (Ud)

Luigi Paravano (Medaglia di Bronzo al V.M.)
Alpino (8° rgt. alpini, btg. "Cividale")
Luogo di nascita: Pocenia (Ud)
Alla memoria

Già distintosi per coraggio in una serie di aspri combattimenti, nel corso delle sanguinose battaglie del ripiegamento, insieme con altri compagni, provvedeva a raccogliere su mezzi di fortuna un buon numero di commilitoni feriti. Attaccata la sua colonna, a fiancodi altri animosi, tenacemente resisteva per salvare il prezioso dolorante carico. Colpito a morte, sugellava con il sangue il suo fraterno cameratismo. Fronte russo, 17 dicembre 1942 - 2 febbraio 1943

Costituito a San Potito Sannitico (BN) il 25 settembre 1944, il Gruppo di Combattimento "Folgore" prosegue la storia del C.I.L. (Corpo Italiano di Liberazione), portando il suo contributo alla spallata finale che aprirà la strada verso la pianura padana e l'Italia del Nord.

Il "Folgore" raduna in un solo reggimento i resti di sei battaglioni paracadutisti, decimati e senza rimpiazzi dal 1943, assume nei suoi ranghi i marinai del "San Marco" e gli artiglieri del 184°: le storie della Divisione paracadutisti "Folgore" (185^) e della Divisione paracadutisti "Nembo" (184^), si fondono proprio durante la Guerra di Liberazione per effetto del riordinamento della "Nembo" in Gruppo di Combattimento.
Il fascinoso nome "Folgore", quello della divisione vittoriosa nella sconfitta di El Alamein, costituiva già un riferimento di valore per i paracadutisti italiani, senza contare che diversi erano gli Ufficiali e gregari della "Nembo" reduci del deserto e dell'esperienza africana.

Schierato nel settore Senio-Santerno, in sostituzione della 6^ Divisione corazzata britannica, settore che costituiva la cerniera tra la zona appenninica e quella della Valle Padana, a partire dal 10 aprile 1945, l'Unità partecipò all'offensiva di primavera e avanzò nelle valli di Santerno e Sallustra.
L'attacco fu iniziato dal II battaglione "Nembo": i paracadutisti, combattendo all'arma bianca e a colpi di bombe a mano, riuscirono a espugnare buona parte delle posizioni nemiche, al costo di 32 morti e 52 feriti.
Nella notte del 20 aprile, il nemico abbandonò tutte le posizioni a nord di case Grizzano, per cui il "Folgore", per ordine superiore, fu concentrato nella zona Faenza-Brisighella: la guerra per la gloriosa Unità era ormai terminata.

In particolare, cento uomini del Gruppo, scelti nelle fila del reggimento paracadutisti, costituiscono la "Centuria Nembo" che viene aviolanciata nella notte del 20 aprile 1945 alle spalle della prima linea tedesca con il compito di attaccare e distruggere qualsiasi unità, deposito, centro logistico del nemico.
Alla brillante operazione parteciperà anche lo Squadrone "F" del capitano Gay.

Finita la guerra il Gruppo prosegue fino al Brennero e rimane dislocato in Alto Adige a Bressanone (BZ).
Sostituito il Reggimento Marina con il Reggimento "Garibaldi", formato da militari Italiani che combatterono la guerra partigiana in Jugoslavia, il 15 ottobre 1945 assume il nome di Divisione di Fanteria "Folgore".

Nel 1946 si sposta a Firenze e l'anno successivo a Treviso.

Posta a difesa dei confini orientali la Grande Unità si disloca fra il Friuli e il Veneto e il 23 ottobre 1975 si riordina in Divisione Meccanizzata "Folgore" assumendo nei suoi ranghi le Brigate meccanizzate "Gorizia" e "Trieste" e corazzata "Vittorio Veneto".

Nel 1975, antecedentemente alla ristrutturazione dell'EI, risultavano alle sue dipendenze:

  • 82° rgt. Fanteria "Torino" - Sede: Gorizia
  • 183° rgt. Fanteria "Nembo" - Sede: Cervignano del Friuli (Go)
  • 182° rgt. Fanteria corazzato "Garibaldi" - Sede: Sacile (Tv)
  • 53° rgt. Fanteria d'Arresto "Umbria" - Sede: Jalmicco (Ud)
  • Rgt. Anfibio "Serenissima" - Sede: Venezia Lido (Ve)
  • 12° Gruppo Cavalleria "Saluzzo" - Sede: Gradisca (Go)
  • 33 Rgt. Artiglieria campale - Sede: Treviso
  • Btg. Genio - Sede: Villa Vicentina (Ud)
  • Btg. Trasmissioni - Sede: Treviso
  • Raggruppamento Servizi "Folgore" - Sede: Treviso
  • Reparto Aviazione Leggera - Sede: Treviso.

Il quartier generale della "Folgore" era dislocato a Treviso nella caserma "Villa Margherita".

A seguito della soppressione del livello divisionale la grande Unità viene soppressa il 31 ottobre 1986.

Storica Unità dell'Esercito italiano, costituì per oltre un trentennio uno dei pilastri del 5° Corpo d'Armata, grande Unità complessa schierata in Friuli Venezia Giulia, insieme alle Divisioni "Mantova" e "Ariete".

Da informazioni tratte dal sito EI.

La Brigata Meccanizzata "Gorizia" era una grande Unità elementare, in quanto riuniva organicamente unità delle varie Armi e dei Corpi logistici, indispensabili per la condotta del combattimento. Era, pertanto, un complesso di forze pluriarma, tatticamente e logisticamente autonomo, che disponeva in proprio: di una organizzazione di comando e di unità delle trasmissioni per l'azione di comando e controllo; di unità meccanizzate, carri e controcarri per lo sviluppo della manovra offensiva e difensiva; di unità di artiglieria per il sostegno del fuoco; di unità del genio per agevolare il movimento proprio e per ostacolare quello dell'avversario; di una organizzazione logistica sia per la cura e lo sgombero dei feriti e degli ammalati sia per il rifornimento delle unità e per la riparazione dei materiali.

La Brigata Meccanizzata "Gorizia" (sede nella caserma "Guella" a Gorizia) venne costituita il 20 ottobre 1975 a Gorizia, sulla base del Comando 82° rgt.f. "Torino" contestualmente sciolto. Fu inquadrata nella Divisione meccanizzata "Folgore" fino al 1986, dopodichè autonoma alle dipendenze del 5° Corpo d'Armata fino al 1996, anno di sciogliemento.

Nel 1983, risultavano alle sue dipendenze:

  • 41° btg. Fanteria meccanizzato "Modena" - Sede: Villa Vicentina (Go)
  • 82° btg. Fanteria meccanizzato "Torino" - Sede: Cormons (Go)
  • 183° btg. Fanteria meccanizzato "Nembo" - Sede: Gradisca d'Isonzo (Go)
  • 63° btg. Fanteria d'Arresto "Cagliari" - Sede: S. Lorenzo Isontino (Go)
  • 22° btg. Carri "Piccinini" - Sede: S. Vito al Tagliamento (Ud)
  • 19° Gruppo Squadrone Esplorante "Saluzzo" - Sede: Gorizia
  • 46° Gruppo Artiglieria da campagna "Trento" - Sede: Gradisca d'Isonzo (Go)
  • Btg. Logistico "Gorizia" - Sede: Gradisca d'Isonzo (Go)
  • Cp. Controcarri - Sede: Gorizia
  • Cp. Genio pionieri - Sede: Cormons (Go)

Nel 1976 la Brigata ha partecipato attivamente all'opera di soccorso delle popolazioni del Friuli colpite dal terremoto: per il generoso impegno profuso è stata insignita di una Medaglia d'Argento al Valor Civile, con la seguente motivazione:

"In occasione del gravissimo sisma del Friuli, che causava numerosissime vittime ed ingenti danni, la Brigata meccanizzata "Gorizia" interveniva con uomini e mezzi prodigandosi con tempestività ed impegno nelle operazioni di soccorso ai sinistrati. Malgrado le difficili condizioni ambientali si adoperava nella ricerca di civili sepolti sotto le macerie, nel pronto soccorso e nel ricovero dei numerosi feriti, contribuendo in maniera determinante ad alleviare i disagi ed a restituire coraggio e fiducia alle popolazioni colpite".

Con l’abolizione del livello divisionale, dal giorno 1 novembre 1986 la “Gorizia” passò alle dipendenze del Comando del 5° Corpo d’Armata.

Dal 1992, a seguito del riordinamento della forza armata, la Brigata, subito un radicale riassetto organico, inquadrò:

  • Comando
  • Reparto Comando e Supporti Tattici
  • 41° rgt.f. "Modena"
  • 82° rgt.f. "Torino"
  • 2° Reggimento carri
  • 184° Reggimento Artiglieria da Campagna “Filottrano”
  • Battaglione Logistico “Gorizia”. 

Dal 2 marzo al 4 aprile e dal 4 settembre al 4 novembre 1993 la Brigata è impegnata in Sicilia nell’operazione “Vespri Siciliani” per il controllo del territorio quindi concorre, nella zona orientale del nord Italia, all’operazione “Testuggine” (1994).
Dopo aver reiterato l’operazione “Vespri Siciliani” dal giorno 11 novembre 1994 la “Gorizia” partecipa con un reggimento di formazione alle operazioni di soccorso alle popolazioni alluvionate del Piemonte.

La Brigata è stata soppressa, a seguito di un ulteriore riordinamento dell'EI, nel 1996.