Decorato di Ordine Militare d'Italia, Medaglia d'Oro e tre Medaglie d'Argento
al Valor Militare. Il battaglione festeggia la battaglia del Don in Russia
(18/12/1942) dove merita la Medaglia d'Oro al Valor Militare.
Costituito il 16 aprile 1861, si scioglie il 31 marzo 1993 a Pavia di Udine (Ud).
Motto:"Sento in cuor l'antica Patria".
Nota sulle mostrine: il 53° btg.f.arr. Umbria, inquadrato nella Div. Mec. "Folgore", portava la mostrina con i suoi tradizionali colori, sottopannata dal gladio e ala su campo azzurro della Div. Mec. Folgore. Allo stesso tempo, portava anche, come fregio da basco, quello della Div. Mec. Folgore e non quello normale da Fanteria. Dal 1986, con lo scioglimento della Divisione stessa, portò invece le mostrine con i propri colori tradizionali e il fregio da Fanteria.
LE DECORAZIONI AL MERITO:
CROCE DI CAVALIERE DELL'ORDINE MILITARE D'ITALIA (ALL'ARMA DI FANTERIA, 1915-1918)
Medaglia d'Oro al Valor Militare - Campagna di Russia, 1942
Medaglia d'Argento al Valor Militare - Moti insurrezionali in Sicilia, 1866
Medaglia d'Argento al Valor Militare - Campagna di Grecia, 1941
Medaglia d'Argento al Valor Militare - Campagna di Russia, 1942
MOTTO:
Sento in cuor l'antica Patria
ORIGINI:
Il giorno 1 ottobre 1976, a seguito dello
scioglimento dei Reggimenti, sulla base dei Quadri e dei Fanti del
I/53° rgt. f.arr. "Umbria", viene costituito il 53° btg.
f.arr. "Umbria", ereditando dal 53° "Umbria" la Bandiera, le
tradizioni, il motto, le mostrine e il nome.
Il 53° rgt. fanteria viene costituito, in
Palermo, alle falde del Monte Pellegrino, il 16 aprile 1861.
VICENDE E FATTI D'ARME:
1861
16 aprile - Viene costituito, in Palermo, il 53° Reggimento di fanteria.
1866 - 1867
settembre - viene impiegato sulla riva destra
del Mincio, senza però partecipare ai fatti d'arme di Custoza.
Successivamente, viene impiegato nella
repressione dei moti insurrezionali in Sicilia.
21 e 22 settembre - in queste due fatidiche
giornate, la sua pronta ed energica azione riesce a sedare la rivolta e
a ristabilire l'autorità dello Stato, guadagnando alla
Bandiera la sua prima " Medaglia d'Argento al Valor
Militare ".
Pochi mesi dopo, durante l'ondata epidemica
del colera, che investì pure reparti del reggimento, le unità
bianco-verdi non si risparmiarono nel prestare opera di soccorso alle
popolazioni del trapanese, dove il 53° era statro terasferito.
Fino al 1867 viene
impiegato nella lotta contro il brigantaggio nelle province
meridionali.
1871
15 ottobre - assume la denominazione di
53° Rgt. fanteria "Umbria".
1895 - 1896
viene modestamente impiegato nella campagna
d'Africa.
1911 - 1913
Nella campagna italo-turca, in Libia,
contribuisce alla mobilitazione di diversi Reggimenti.
1903
1915
5 giugno - da Vercelli, raggiunge il fronte
nella zona di Cortina d'Ampezzo, dislocando posti di osservazione a S.
Foca, dove riceve il battesimo del fuoco nella 1^ g.m.
Sostiene poi numerosi scontri, per la verità non molto fortunati.
luglio - gli viene assegnato l'obiettivo del
Monte Piana.
3 agosto - inizia l'offensiva, che si protrae
sino al mese di ottobre, mettendo in luce il coraggio e la perseveranza
dei suoi Fanti, anche se i risultati non sono esaltanti.
L'inverno che sopraggiunse, molto rigido,
impose una tregua ai combattimenti.
da febbraio ad aprile - partecipa ai fatti
d'arme di Mali Scindeli e Mali Trebescines, impegnato
nell'occupazione della cresta del monte Scindeli, vetta che viene
conquistata con indomito valore, tenendo le postazioni nonostante
condizioni ambientali di estrema durezza e nonostante i ripetuti e
rabbiosi attacchi del nemico.
In questi combattimenti immola la vita il valorosissimo maggiore
Campana, comandante del III°/53° al quale viene concessa la
Medaglia d'Oro al V.M. alla memoria.
Il reggimento, invece, guadagna alla Bandiera un'ulteriore Medaglia
d'Argento al Valor Militare.
"Durante cinque giorni di durissima battaglia sull'aspra catena del Mali Scindeli
i fanti del 53°, pari per coraggio e fermezza alle antiche tradizioni del reggimento,
opponendo irresistibile barriera di baionette e di cuori, infrangevano l'impeto avversario
di una delle più agguerrite divisioni nemiche. In sessanta giorni di successiva tenace
resistenza su posizioni dominate e aspramente contese, davano prova di eccezionale spirito
di sacrificio e alto senso del dovere sopportando con indomita volontà i rigori del gelo,
del vento, della pioggia e della furia nemica senza piegare di un palmo. Nell'offensiva
generale si lanciavano all'attacco con indomito ardore e, con un balzo ammirevole, in
condizioni atmosferiche particolarmente avverse, scalavano le catene del Mali Scindeli
e del Mali Trebescines giungendo tra le prime truppe sull'importante e fortificato nodo
strategico di Klisura. Esempio luminoso di indomita volontà, tenace ardore, assoluta
dedizione alla Patria." (Fronte greco: Mali Scindeli, Mali Trebescines,
13 febbraio - 23 aprile 1941).
1976
1 ottobre - sulla base dei quadri e dei fanti
del I/53° rgt. f.arr. "Umbria", viene costituito il 53°
btg. f.arr. "Umbria", che eredita dal glorioso 53° "Umbria" la
Bandiera, le tradizioni, il motto, le mostrine e il nome.
Sede viene
definita Pavia d'Udine (caserma Paravano), con un distaccamento a
Brazzano
(caserma Colobini) e viene inquadrato nella Divisione "Folgore", con
sede
a Treviso.
10 ottobre - riceve la nuova Bandiera di guerra.
1986
1 ottobre - a seguito dello scioglimento delle
Divisioni, viene inquadrato nella Brigata "Gorizia".
1993
31 marzo - il Battaglione viene sciolto.
La Bandiera del 53°, che oltre alle decorazioni sopra menzionate si fregia della Croce di Cavaliere dell'Ordine Militare d'Italia, è custodita a Roma, presso il Vittoriano nel "Sacrario delle Bandiere", assieme a tutti gli altri vessilli delle varie Unità soppresse dell’Esercito Italiano.
CROCE DI CAVALIERE DELL'ORDINE MILITARE D'ITALIA (ALL'ARMA DI FANTERIA)
"Nei duri cimenti della guerra, nella tormentata trincea o nell'aspra battaglia, conobbe ogni limite di sacrificio e di ardimento: audace e tenace, domò infaticabilmente i luoghi e le fortune, consacrando con sangue fecondo la romana virtù dei figli d'Italia" (1915-1918).
FESTA DEL CORPO:
18 dicembre - anniversario dei combattimenti
del Don, in Russia (1942)
CAMPAGNE DI GUERRA:
1866 (terza indipendenza)
1915-18 (prima mondiale)
1940-43 (seconda mondiale)
CADUTI SUL CAMPO DI BATTAGLIA:
Ufficiali
Sottufficiali e Militari di Truppa
DECORATI AL VALOR MILITARE:
Medaglie d'Oro 5
Medaglie d'Argento
Medaglie di Bronzo
Testo:
CAMPANA CESARE
Maggiore in s.p.e., 53° rgt. fanteria
alla memoria - Data del conferimento: 1941
Motivo del conferimento
MACRI' MICHELE
Sergente, 53° rgt. fanteria
alla memoria - Data del conferimento: 1940
Motivo del conferimento
Comandante di una
squadra fucilieri, si
slanciava di iniziativa, alla testa dei suoi fanti, con somma
risolutezza ed assoluto sprezzo del pericolo, all’attacco di una munita
posizione avversaria. Dopo aver scavalcato con eroica audacia il
reticolato nemico, si apprestava con indomito valore a penetrare nel
cuore della difesa avversaria, quando veniva violentemente battuto
dalle rabbiose raffiche di una mitragliatrice, che arrestava l’impeto
travolgente dei suoi uomini. Senza perdersi d’animo, infiammato di
patrio ardore, incitava i superstiti della squadra all’assalto, e
dandone per primo l’esempio, riduceva al silenzio con fulmineo lancio
di bombe a mano, l’arma nemica, raggiungendo la posizione. Nell’atto
eroico, cadeva colpito a morte sulla trincea nemica, col grido di
« Savoia » sulle labbra. Fulgido esempio di coraggio, di
amore di Patria e di alto senso del dovere, esaltato dallo stesso
nemico che, ammirato, dava alla salma onorevole sepoltura, con l’onore
delle armi.
Bois de la Prairie
Monginevro - Fronte occidentale, 20 giugno 1940.
MAZZARESI CARLO
Sottotenente - 53° rgt. fanteria
alla memoria - Data del conferimento: 20-8-1916 D.L.
Motivo del conferimento
Sebbene ammalato,
rifiutò di
rimanere in riserva. Uscito per il primo all’attacco delle trincee
nemiche, quantunque ferito nell’attraversare uno stretto varco aperto
nei reticolati, proseguiva nell’assalto, incoraggiando i dipendenti.
Giunto ancora per il primo, sulle trincee avversarie, vi lasciava
eroicamente la vita al grido di “Savoia”.
Fulgido esempio di spirito di
disciplina e di sacrificio.
Monte Rosso, 21 ottobre 1915.
MUZII FRANCESCO
Maggiore, 53° rgt. f. - I° btg. indigeni
Data del conferimento: 3-1913 R.D.
Motivo del
conferimento
Con slancio ed ardimento
ammirabili guidava personalmente all'attacco il suo battaglione che per
la prima volta si trovava seriamente impegnato e lo lanciava
ripetutamente alla baionetta, trascinando tutti col suo splendido
esempio.
Kasr-ras-el-Leben, 17 settembre 1912.
NOE' CARLO
Caporale - 53° rgt. fanteria
alla memoria - Data del conferimento: 1940
Motivo del conferimento
Vice comandante di squadra
fucilieri, all’attacco di una munita posizione, si faceva risolutamente
largo, a colpi di bombe a mano, fra nuclei nemici, per impedire che
questi potessero impadronirsi del fucile mitragliatore di un nostro
caduto.
Rimasto con solo quattro uomini, riusciva a penetrare nelle linee
avversarie e stabilitosi a tergo di esse, apriva nutrito fuoco contro i
difensori.
Caduti tutti i componenti dell’eroica pattuglia, continuava da solo,
imperterrito, la lotta, tenendo a bada il nemico per una intera
giornata e durante la notte si costruiva un piccolo riparo,
sistemandovisi a difesa.
Al mattino successivo, accerchiato dall’avversario che gli intimava la
resa, rispondeva con precise raffiche di fuoco. A nuove intimazioni,
manteneva per lungo tempo a distanza il nemico, con il suo contegno
aggressivo, prendendo di mira, col proprio fucile mitragliatore, gli
avversari che cautamente gli si avvicinavano da ogni lato.
Alcune raffiche a brevissima distanza lo abbattevano ed allorquando gli
avversari furono su di lui constatarono che egli non aveva più
una sola cartuccia.
Il comandante del nucleo francese, ammirato, lo citava ad esempio ai
suoi uomini e più tardi ne testimoniava, cavallerescamente, per
iscritto, il sublime eroismo.
Bois de Suffin - Fronte occidentale, 20 giugno 1940.
Caserma "Luigi Paravano" - Pavia di Udine (Ud)
Luigi Paravano (Medaglia di Bronzo al V.M.)
Alpino (8° rgt. alpini, btg. "Cividale")
Luogo di nascita: Pocenia (Ud)
Alla memoria
Già distintosi per coraggio in una serie di aspri combattimenti, nel corso delle
sanguinose battaglie del ripiegamento, insieme con altri compagni, provvedeva
a raccogliere su mezzi di fortuna un buon numero di commilitoni feriti. Attaccata
la sua colonna, a fiancodi altri animosi, tenacemente resisteva per salvare il
prezioso dolorante carico. Colpito a morte, sugellava con il sangue il suo
fraterno cameratismo.
Fronte russo, 17 dicembre 1942 - 2 febbraio 1943
Caserma "Pietro Colobini" - Brazzano di Cormòns (Go)
Pietro Colobini (Medaglia d'Oro al V.M.)
Sottotenente di cpl. ( Alpini , 7° rgt. alpini )
Luogo di nascita: Gorizia
Alla memoria - Data del conferimento: 1941
Comandante di un plotone fucilieri, malgrado forti perdite,
guidava il reparto all’attacco di munita posizione, con
indomito spirito aggressivo. Giunto in prossimità delle posizioni
nemiche, preparava i suoi uomini all’assalto finale incitandoli
a serrarsi intorno a lui e slanciandosi avanti per l’ultimo balzo,
intonava un canto guerriero. Davanti ai reticolati, ancora intatti,
nell’ordinare ai suoi alpini di svellerne i picchetti,
non molto solidi, con le mani, dandone esempio, rimaneva gravemente
ferito una prima volta. Si aggrappava allora ai reticolati e continuando
ad incitare i suoi uomini, lanciava invettive contro il nemico
riparato nelle trincee, invitandolo a combattere allo aperto,
finché colpito una seconda volta mortalmente, riusciva ancora a
gridare all’avversario che la vittoria era ormai dei suoi alpini.
Mali Spadarit (Fronte greco), 10 marzo 1941.
La data del Decreto è in corso di verifica
Caserma "Vinicio Lago" - Ialmicco (Ud)
Vinicio Lago (Medaglia d'Argento al V.M.)
Tenente fanteria cpl., Ministero guerra, Stato Maggiore Esercito.
Luogo di nascita: Roma
Attraversate le linee di combattimento per raggiungere nell'Italia meridionale
i comandi militari ricostituitisi dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943,
si offriva volontariamente per una missione di guerra.
Aviolanciato nel territorio italiano occupato dal nemico,
affrontava con grande coraggio difficili situazioni assolvendo
brillantemente i compiti ricevuti.
Zona di operazioni (Veneto orientale), 19 gennaio 1944-31 marzo 1945.
Costituito a San Potito Sannitico (BN) il 25
settembre 1944, il Gruppo
di Combattimento "Folgore" prosegue la storia del C.I.L. (Corpo
Italiano di Liberazione), portando il
suo contributo alla spallata finale che aprirà la strada verso
la
pianura padana e l'Italia del Nord.
Il "Folgore" raduna in un solo reggimento i
resti di sei battaglioni paracadutisti, decimati e senza rimpiazzi dal 1943, assume nei suoi ranghi i marinai del "San Marco" e gli artiglieri del 184°: le
storie della Divisione paracadutisti "Folgore" (185^) e della
Divisione paracadutisti "Nembo" (184^), si fondono proprio durante la
Guerra di Liberazione per effetto del riordinamento della "Nembo" in
Gruppo di Combattimento.
Il fascinoso nome "Folgore", quello della divisione vittoriosa nella
sconfitta di El Alamein, costituiva già un riferimento di valore per i
paracadutisti italiani, senza contare che diversi erano gli Ufficiali e
gregari della "Nembo" reduci del deserto e dell'esperienza africana.
Schierato nel settore Senio-Santerno, in
sostituzione della 6^
Divisione corazzata britannica, settore che costituiva la cerniera tra
la zona appenninica e quella della Valle Padana, a partire dal 10
aprile 1945, l'Unità partecipò all'offensiva di primavera
e avanzò
nelle valli di Santerno e Sallustra.
L'attacco fu iniziato dal II battaglione "Nembo": i paracadutisti,
combattendo all'arma bianca e a colpi di bombe a mano, riuscirono a
espugnare buona parte delle posizioni nemiche, al costo di 32 morti e
52 feriti.
Nella notte del 20 aprile, il nemico abbandonò tutte le
posizioni a nord di case Grizzano, per cui il "Folgore", per ordine
superiore, fu concentrato nella zona Faenza-Brisighella: la guerra per
la gloriosa Unità era ormai terminata.
In particolare, cento uomini del
Gruppo, scelti nelle fila del reggimento paracadutisti, costituiscono
la "Centuria Nembo" che viene aviolanciata nella notte del 20 aprile
1945 alle spalle della prima linea tedesca con il compito di attaccare
e distruggere qualsiasi unità, deposito, centro logistico del
nemico.
Alla brillante operazione parteciperà anche lo Squadrone "F" del
capitano Gay.
Finita la guerra il Gruppo prosegue fino al Brennero e rimane dislocato
in Alto Adige a Bressanone (BZ).
Sostituito il Reggimento Marina con il Reggimento "Garibaldi", formato
da militari Italiani che combatterono la guerra partigiana in
Jugoslavia, il 15 ottobre 1945 assume il nome di Divisione di Fanteria
"Folgore".
Nel 1946 si sposta a Firenze e l'anno
successivo a Treviso.
Posta a difesa dei confini orientali la Grande Unità si disloca fra il Friuli e il Veneto e il 23 ottobre 1975 si riordina in Divisione Meccanizzata "Folgore" assumendo nei suoi ranghi le Brigate meccanizzate "Gorizia" e "Trieste" e corazzata "Vittorio Veneto".
Nel 1975,
antecedentemente alla ristrutturazione dell'EI, risultavano alle sue
dipendenze:
Il quartier generale della "Folgore" era
dislocato a Treviso nella caserma "Villa Margherita".
A seguito della soppressione del livello
divisionale la grande Unità viene soppressa il 31 ottobre 1986.
Storica Unità dell'Esercito italiano, costituì per oltre un trentennio uno dei pilastri del 5° Corpo d'Armata, grande Unità complessa schierata in Friuli Venezia Giulia, insieme alle Divisioni "Mantova" e "Ariete".
Da informazioni tratte dal sito EI.
La Brigata Meccanizzata "Gorizia" era una grande Unità elementare, in quanto riuniva organicamente unità delle varie Armi e dei Corpi logistici, indispensabili per la condotta del combattimento. Era, pertanto, un complesso di forze pluriarma, tatticamente e logisticamente autonomo, che disponeva in proprio: di una organizzazione di comando e di unità delle trasmissioni per l'azione di comando e controllo; di unità meccanizzate, carri e controcarri per lo sviluppo della manovra offensiva e difensiva; di unità di artiglieria per il sostegno del fuoco; di unità del genio per agevolare il movimento proprio e per ostacolare quello dell'avversario; di una organizzazione logistica sia per la cura e lo sgombero dei feriti e degli ammalati sia per il rifornimento delle unità e per la riparazione dei materiali.
La Brigata Meccanizzata "Gorizia"
(sede nella caserma "Guella" a Gorizia) venne
costituita il 20 ottobre 1975 a Gorizia, sulla base del Comando 82°
rgt.f. "Torino" contestualmente sciolto. Fu inquadrata nella Divisione
meccanizzata "Folgore" fino al 1986, dopodichè autonoma alle dipendenze
del 5° Corpo d'Armata fino al 1996, anno di sciogliemento.
Nel 1983, risultavano alle sue dipendenze:
Nel 1976 la Brigata ha partecipato attivamente all'opera di soccorso delle popolazioni del Friuli colpite dal terremoto: per il generoso impegno profuso è stata insignita di una Medaglia d'Argento al Valor Civile, con la seguente motivazione:
"In occasione del gravissimo sisma del Friuli, che causava numerosissime vittime ed ingenti danni, la Brigata meccanizzata "Gorizia" interveniva con uomini e mezzi prodigandosi con tempestività ed impegno nelle operazioni di soccorso ai sinistrati. Malgrado le difficili condizioni ambientali si adoperava nella ricerca di civili sepolti sotto le macerie, nel pronto soccorso e nel ricovero dei numerosi feriti, contribuendo in maniera determinante ad alleviare i disagi ed a restituire coraggio e fiducia alle popolazioni colpite".
Con
l’abolizione del livello divisionale, dal giorno 1 novembre
1986 la “Gorizia” passò alle dipendenze del Comando
del 5° Corpo d’Armata.
Dal 1992, a seguito del riordinamento
della forza armata, la Brigata, subito un radicale riassetto
organico, inquadrò:
Dal 2 marzo al 4 aprile e dal
4 settembre al 4 novembre 1993 la Brigata è impegnata in
Sicilia nell’operazione “Vespri
Siciliani” per il controllo del territorio quindi concorre,
nella zona orientale del nord Italia, all’operazione
“Testuggine” (1994).
Dopo aver
reiterato l’operazione “Vespri Siciliani”
dal giorno 11 novembre 1994 la “Gorizia” partecipa
con un reggimento di formazione alle operazioni di soccorso alle
popolazioni alluvionate del Piemonte.
La Brigata è stata soppressa, a seguito di un ulteriore riordinamento dell'EI, nel 1996.